La gestione calibrata degli apporti dei nutrienti è uno dei concetti alla base della moderna agricoltura.
Un corretto ed equilibrato apporto dei fertilizzanti consente in primo luogo di contenere i costi di produzione e poi di ottenere il massimo dalle colture.
La base di partenza è quindi l’analisi chimico fisica del terreno, che consente di valutare la disponibilità degli elementi, i rapporti tra di loro e la presenza di fattori di variazione della disponibilità.
Campionamento e analisi del suolo
Il prelievo deve essere fatto in modo significativo e quindi deve essere composto da più aliquote prelevate in diversi punti per poter rappresentare una condizione media. Nel caso di un’azienda di grandi dimensioni sarebbe prima necessario effettuare uno studio pedologico che consenta di definire le tipologie di suolo lungo tutto il profilo esplorato dalle radici e la loro dimensione e localizzazione.
In linea di massima, l’analisi fisica può essere fatta anche solo una volta nel corso di una gestione aziendale, poiché la composizione tessiturale del suolo necessita di centinaia di anni per modificarsi.
Al contrario, le analisi chimiche, in particolare quelle dei macro e oligo elementi e della sostanza organica, è bene ripeterle con una certa frequenza per poter valutare l’andamento della fertilità.
La dotazione di azoto, fosforo, potassio, calcio e magnesio può essere facilmente stimata confrontando il risultato analitico con quello di precedenti referti o con delle tabelle comparative.
Interazione degli elementi
Più complesso è comprendere come gli elementi interagiscano tra loro e con le colture. Un elemento può essere presente in buona quantità ma non essere disponibile per le colture che ne assorbono in via preferenziale altri. Per questo, è importante valutare attentamente i rapporti Carbonio/ Azoto, Calcio/Magnesio e Magnesio/Potassio, oltre che tenere in considerazione il pH che può modificare sensibilmente la solubilità di molti elementi.
L’azoto è sempre espresso come azoto totale, pertanto, solo una piccola aliquota è immediatamente disponibile, essendo in forma minerale, mentre una quota maggioritaria è sotto forma organica, per cui sarà assorbibile dalle colture solo a seguito della mineralizzazione da parte dei microrganismi. E’ possibile perciò che, a fronte di limitazioni allo sviluppo dei microrganismi, l’azoto possa non essere assorbito dalle piante.
Tra gli altri parametri verificati in un’analisi vi è la conducibilità elettrica, che è un indice della salinità di un suolo. Tal e parametro, sovente sottovalutato, deve essere tenuto in considerazione soprattutto nelle coltivazioni orticole, poiché in grado di ridurre o bloccare lo sviluppo di colture sensibili, oppure di migliorare le caratteristiche qualitative dei frutti (peperone, pomodoro). La salinità è correlata alla presenza di sodio, ad esempio nei suoli in prossimità del mare, oppure all’accumulo di altri cationi o sali a seguito di concimazioni troppo forti o per l’utilizzo di concimi di scarsa qualità.
Anche la quantità di calcare totale, ma soprattutto attivo, è fondamentale per evitare fenomeni di clorosi ferrica a carico delle piante.
La ricerca di microelementi o metalli pesanti deve essere limitata ai casi in cui la coltura abbia evidenziato carenze nutrizionali o intossicazioni da eccesso.
Per un approfondimento su queste tematiche si veda l’articolo