Il colpo apoplettico nelle colture non è mai premonitore di belle notizie.
Il disseccamento di una porzione di chioma o la morte improvvisa di una pianta riconduce, quasi sempre, alle tracheomicosi.
Rientrano in questa dicitura generica i funghi che invadono i vasi delle colture limitando o bloccandone la funzionalità.
Tra gli agenti delle tracheomicosi vi sono i funghi Verticillium dahelie e Verticillium albotrum: quest’ultimo è il più diffuso in Italia perchè trova le temperature a lui favorevoli ed è un parassita che colpisce soprattutto le orticole, in particolare le solanacee, ma possono essere attaccate anche le piante arboree, come per esempio l’olivo, causando danni minori.
Le spore di Verticillium dahelie e Verticillium albo-atrum si concentrano nel terreno dove possono rimanere vitali per molto tempo ad elevate profondità e nei residui colturali di piante infette. I conidi vengono trasportati tramite acqua, vento, animali oppure trapiantando piante già infette. In relazione a queste caratteristiche di persistenza è chiaro che la successione di piante sensibili (Monosuccessione, Successione di piante della stessa famiglia o di piante ad elevata sensibilità al patogeno) è da evitare per ovviare all’aumento dell’inoculo nei suoli.
Il fungo penetra dall’apparato radicale e si insedia lungo i vasi legnosi, bloccando il sistema vascolare e di conseguenza la pianta non è più in grado di trasportare i nutrimenti agli organi che ne hanno bisogno.
Uno dei sintomi caratteristici è l’imbrunimento del sistema vascolare causato dall’occlusione dei vasi linfatici. Il sintomo si osserva sezionando il fusto come riportato nella figura 1. L’occlusione del sistema vascolare della pianta porta a sintomi più visibili quali l’appassimento fogliare e la successiva caduta delle foglie, la mancata allegagione e a frutti che rimangono di pezzatura piccola e maturano anticipatamente.
Non sono presenti sul mercato principi attivi ad azione diretta contro questa malattia; l’utilizzo dei geodisinfestanti quali metam sodio, metam potasssio e dazonet, consente di ridurre il potenziale di inoculo nei suoli, ma il loro uso è sottoposto a forti vincoli di impiego (distruzione in manichetta ogni tre anni) e non è risolutivo.
È possibile ridurre la presenza di spore di Verticillium mediante le tecniche agronomiche come ad esempio le rotazioni colturali, l’eliminare residui e la scelta di materiale vivaistico certificato.
Nell’ambito dei controllo biologici è possibile utilizzare Trichoderma spp e micorrize per sfavorire la diffusione del fungo patogeno mediante la competizione per lo spazio e per le risorse o per controllo diretto.