Le asportazioni e le perdite di nutrienti dei cicli produttivi sono reintegrate attraverso le concimazioni, mediante la distribuzione i macro e i micronutrienti necessari al sostentamento della vite.
Oltre al quantitativo, che varia a seconda del vigore della pianta e dalla disponibilità nel suolo, anche il periodo di distribuzione gioca un ruolo rilevante. In Lombardia la concimazione viene solitamente eseguita alla ripresa vegetativa, principalmente per comodità e per la presenza di un vincolo nelle misure agroambientali, che non ammettono apporti di azoto dall’allegagione a tutto il periodo autunnale/invernale.
Esistono, però, alcuni studi che dimostrano che le concimazioni autunnali possono dare diversi vantaggi.
Finché il grappolo resta sulla pianta, le energie vengono quasi interamente impiegate nel suo sviluppo e sostentamento, ma nel momento in cui viene raccolto, la vite può tornare a investire le proprie risorse per rinvigorire i tralci, sviluppare l’apparato radicale e accumulare riserve, che si tradurranno in una maggior omogeneità nel germogliamento la primavera successiva.
Seguendo questo principio, le concimazioni autunnali vanno quindi gestite a seconda del tempo che intercorre tra la raccolta e la caduta delle foglie. Se si effettuano vendemmie precoci, la vite ha ancora molto tempo per poter assorbire i nutrienti e accrescere il proprio apparato radicale, mentre con le vendemmie tardive questo fenomeno viene meno.
Se si hanno a disposizione 30/40 giorni prima della caduta delle foglie, si può pianificare di fornire alla pianta circa 1/3 del fabbisogno annuale di azoto e una dose di fosforo e potassio, così da reintegrare le riserve degli organi legnosi, sfruttando l’attività fotosintetica delle foglie e le condizioni climatiche ancora favorevoli. L’uso di concimi dopo la metà di ottobre, con temperature basse o con possibili gelate, è sconsigliato.
È necessario però fare attenzione a non eccedere con gli apporti: un elevato quantitativo di concimi minerali può causare uno stress idrico, mentre un eccesso di azoto può comportare un ritardo nella lignificazione dei tralci che possono essere danneggiati dalle prime gelate.
Infine, da agosto a ottobre avviene un processo fisiologico molto importante, chiamato “agostamento”; in questa fase avviene la lignificazione dei tralci e l’accumulo di amido al loro interno. Una perfetta lignificazione porterà a una buona resistenza ai freddi invernali e un’ottimale differenziazione delle gemme, consentendo di avere tralci adeguati da selezionare nelle seguenti operazioni di potatura. Fattore chiave in questo processo è la disponibilità di potassio che, se carente, può limitarne il progresso; è quindi necessario verificare la disponibilità di questo macronutriente, ed eventualmente integrarlo mediante concimazioni.