La stagione olivicola volge al termine, pressoché in tutti gli areali la raccolta è terminata o volge alle battute finali. È dunque tempo di tirare le somme.
Complessivamente possiamo identificare quello appena trascorso come un anno di carica, come si dice in gergo, ovvero un’annata in cui si ha un buon numero di drupe che giungono a maturazione.
La resa in olio è stata invece piuttosto bassa, tra il 5 ed il 7%, con un rialzo a valori prossimi al 10-12% nella prima decade di novembre. Le basse rese derivano da fenomeni verificatesi nella fase di maturazione, la quale non ha portato alla completa trasformazione degli zuccheri presenti nei frutti, in grassi. Tali fenomeni possono essere ricondotti alle piogge intense cadute, così come all’abbassamento termico che si è verificato nei primi giorni di ottobre. Gli studiosi del settore sono già all’opera per meglio definire le condizioni che hanno determinato i risultati ottenuti da questa campagna olivicola, per maggiore dettagli dovremo dunque attendere qualche tempo.
Va tuttavia sottolineato che, per monitorare la produttività di un oliveto, in relazione alle molte variabili in gioco ogni anno, come ad esempio quelle prima descritte, sarebbe opportuno considerare la resa in olio per ettaro di oliveto coltivato, più che per quintale di olive lavorate.
Molte olive sono giunte a maturazione, le rese in olio sono basse, e la qualità? Ebbene, le analisi effettuate sull’olio ottenuto rivelano bassi valori di acidità e contenuto di perossidi, buone dotazioni di acido oleico, polifenoli e tocoferoli leggermente superiori alle annate precedenti. Complessivamente il prodotto 2024 ha una qualità buona.
La cura degli oliveti non termina qui, infatti, le condizioni metereologiche della stagione unite alle lesioni che possono essere state inflitte agli alberi durante la raccolta, con scuotitori ed altri attrezzi, possono favorire lo sviluppo di infezioni. È bene dunque procedere ad un intervento ad azione disinfettante con prodotti rameici, ai quali possono essere addizionati zolfo e zinco, quest’ultimo in particolare per contrastare il batterio responsabile della rogna dell’olivo.
Ricordiamo sempre di rispettare le indicazioni riportate nelle etichette ministeriali dei prodotti impiegati e che, a partire da luglio, è stato autorizzato l’impiego di zolfo su olivo, per il contrasto di lebbra, anche alle aziende che aderiscono al regime di lotta integrata.