INDICAZIONI METEOROLOGICHE
Le ultime piogge cadute sul territorio seguitano a rimanere quelle dell’11 giugno e i pochi temporali che si formano non riescono ad oltrepassare il fiume Oglio, esaurendosi sul Bergamasco occidentale. Una nuova rimonta dell’alta pressione garantirà un fine settimana caldo, ma tra domenica sera e lunedì un fronte tenterà di disturbare il dominio dell’anticiclone, generando temporali abbastanza diffusi. L’evoluzione rimane sempre incerta in quanto nell’Europa nord occidentale permangono zone a bassa pressione che faticano nella loro evoluzione verso sud e verso est; pertanto, rimanendo sempre in un contesto di temperature sopra la norma e con aria calda continuamente richiamata dal nord Africa, potrebbero saltuariamente formarsi temporali.
In questo giugno sono caduti sino ad ora circa 30-35 mm in Franciacorta/Capriano/Brescia, 10-15 in Valtènesi/zona del Botticino e una ventina nella Lugana prossima al lago di Garda, con picchi di 50-60 mm nella Lugana più interna. Arrivando da un marzo senz’acqua e da un aprile-maggio appena in media pluviometrica è chiaro il motivo per il quale in modo abbastanza diffuso si osservano vigneti in stress idrico.
Osservare attentamente la situazione idrica dei propri vigneti, specialmente se giovani o nuovi impianti e prevedere un’irrigazione di soccorso se le foglie tendono a chiudersi e le basali ad ingiallire. L’apporto consigliato è di 30-40 mm. Con impianti a goccia dotati di gocciolatori ogni 50 cm, con portata di 2 litri ora serviranno pertanto 8-10 ore di bagnatura, tempi dimezzati in caso di portata dei gocciolatori pari a 4 litri ora. Sono preferibili bagnature di questo tipo in quanto l’acqua può raggiungere gli strati profondi e non soltanto i primi centimetri superficiali. Nel caso di irrigazione a pioggia sono da evitare le ore notturne in quanto la bagnatura fogliare si protrarrebbe per troppo
tempo e aumenterebbe il rischio di infezioni. In aggiunta, occorre prevedere il ripristino della
copertura qualora questa sia al termine, ma anche in funzione del fatto che un’irrigazione a pioggia
da 30/40 mm è equiparabile ad una pioggia dilavante.
FASE FENOLOGICA
Pre chiusura grappolo – Chiusura grappolo.
GESTIONE DEL SUOLO E DELLA VEGETAZIONE
Concludere le operazioni di cimatura e le operazioni di sfogliatura, per favorire l’arieggiamento della
chioma e la penetrazione dei trattamenti fitosanitari, specialmente l’antibotritico se si è in procinto
di effettuarlo.
Trinciare i filari qualche giorno prima del trattamento insetticida nei confronti di Scaphoideus titanus.
PERONOSPORA
Rischio basso.
Ripristinare la copertura laddove si è giunti al termine temporale di protezione e/o in previsione di
nuove piogge. L’intervallo tra i trattamenti può essere allungato al range superiore.
- Nelle zone sensibili è possibile impiegare sostanze di copertura come rame, zoxamide, ciazofamide e ametoctradina, in abbinamento a fosfonati, dimetormorf o altri CAA (iprovalicarb, mandipropamide, benthiavalicarb, valiphenal).
- Nei vigneti a basso rischio e nelle zone più precoci è possibile passare ad una difesa con rame al dosaggio di 300 grammi di rame metallo per ettaro o al semplice impiego di una delle sostanze attive di copertura sopra indicate, senza l’abbinamento con sostanze attive sistemiche o citotropiche.
- Nei vigneti biologici intervenire con 300 grammi di rame metallo per ettaro.
OIDIO
Rischio alto
Negli areali dove la pressione della malattia è storicamente bassa e nei vigneti poco sensibili intervenire con zolfo alla dose di 4 kg/ha. Nelle zone con forte pressione del patogeno e/o su varietà e vigneti più sensibili innalzare il dosaggio dello zolfo anche a 8-10 kg/ha.
L’uso dello zolfo liquido, con o senza terpeni, consente di aumentare l’efficacia del trattamento e ridurre il dilavamento in caso di pioggia. In quest’ultimo caso è possibile utilizzare ad esempio 2 lt/ha di zolfo liquido assieme a 6 kg/ha di zolfo bagnabile.
Nelle aree con infezioni in corso abbinare allo zolfo (4kg/ha) le sostanze attive metrafenone/pyriofenone o meptyl dinocap o bupirimate o proquinazid o ciflufenamide. Ricordiamo il limite di 3 impieghi tra metrafenone e pyriofenone e, al contempo, massimo 2 interventi alternativi tra loro tra proquinazid, bupirimate e pyriofenone.
Impiegabili in questa fase anche i triazoli disponibili: difenconazolo, penconazolo, tebuconazolo, tetraconazolo, flutriafol. Non citiamo fenbuconazolo e miclobutanil in quanto revocati.
Un intervento antiperonosporico e antioidico ed il successivo, in questa fase possono essere intervallati dall’impiego di zolfo ventilato alla dose di 30/35 kg/ha.
BOTRITE
Concludere gli interventi di pre-chiusura grappolo. Il trattamento antibotritico deve essere mirato alla fascia dei grappoli e pertanto andrebbe essere eseguito da solo, meglio se dopo le operazioni di gestione della vegetazione sopra descritte. Il miglior controllo della malattia rimane quello agronomico attraverso una corretta gestione della chioma, le sfogliatura, concimazioni calibrate senza eccessi di azoto e una difesa corretta dall’oidio e dalla tignola.
Per i prodotti impiegabili consultare i bollettini precedenti.
SCAFOIDEO
È stato pubblicato il comunicato regionale relativo ai trattamenti obbligatori contro lo Scaphoideus titanus, vettore della flavescenza dorata della vite. Riportiamo pertanto gli obblighi in vigore:
Sono obbligatori:
- 2 trattamenti nei comuni di Capriano del Colle, Poncarale, Flero, Borgosatollo, Castenedolo e Azzano Mella.
- 3 trattamenti per i vigneti a conduzione biologica.
- 1 trattamento nel resto della provincia.
Possibilità di ridurre il numero dei trattamenti
È data la possibilità di ridurre il numero dei trattamenti a patto che si esegua il monitoraggio secondo le tempistiche e le metodiche riportate nell’Allegato 1 del comunicato. Qualora il monitoraggio evidenziasse il superamento della soglia indicata nell’Allegato 1, sarà obbligatorio effettuare un intervento insetticida con prodotti ad azione abbattente (piretro nel caso delle aziende biologiche). L’intenzione di effettuare monitoraggio va comunicata via mail al Servizio Fitosanitario Regionale (servizio.fitosanitario@regione.lombardia.it), al più presto, specificando:
- Area oggetto di monitoraggio.
- Numero punti di rilievo.
- Tecnico referente che compila e conserva le schede del monitoraggio, firmate.
Quando effettuare i trattamenti
- Nel caso di 2 interventi: il primo dal 19 al 27 giugno, il secondo dal 3 al 14 luglio, con intervallo tra i trattamenti di circa 14 giorni
- Nel caso di 1 intervento: dal 24 giugno al 4 luglio.
- Nel caso di 3 interventi: collocare il primo nella finestra 19-27 giugno e ripetere ogni 12/14 giorni.
Prima di intervenire sfalciare l’inerbimento se la vegetazione dovesse essere in fioritura. Diversamente l’intervento è vietato.
Nei vigneti con minor incidenza della problematica è possibile sovrapporre l’intervento di controllo dello scafoideo con il controllo indiretto di tignola attraverso l’impiego di una delle sostanze attive registrate su scafoideo che hanno anche azione su tignola (es: acetamiprid, etofenprox, piretro).
Il disciplinare 2021 di Regione Lombardia non ammette l’impiego della sostanza attiva indoxacarb (es: Steward – Avaunt EC per il controllo di Scaphoideus titanus. La sostanza attiva è impiegabile ai fini del controllo di tignola e tignoletta.
Acetamiprid: appartiene alla famiglia dei neonicotinoidi 4A, della quale facevano parte anche imidacloprid e thiametoxam. Agisce prevalentemente per ingestione su svariati insetti. Possiede attività translaminare ed elevata sistemia che consentono un ottimale controllo di insetti annidiati e di vegetazione che si sviluppa dopo il trattamento.
Flupyradifurone: appartiene alla famifglia dei butenolidi 4D. Come i neonicotinoidi va ad interferire con i recettori nicotinici, attivandoli e provocando iperattività e spasmi muscolari, portando gli insetti a paralisi e morte. Agisce per contatto e ingestione.
Tau-fluvalinate: appartiene al grande gruppo dei piretroidi 3A, interferisce sui canali modulatori del sodio. Agisce per contatto, ha una buona azione residua e mantiene la sua attività anche ad alte temperature. Possiede attività collaterale su acari.
Acrinatrina: pitretroide del gruppo 3A, agisce per contatto sulle forme mobili e possiede anch’essa attività su acari.
Etofenprox: come gli altri piretroidi del gruppo 3A si contraddistingue per avere un’azione rapida e abbattente che si esplica per contatto e ingestione.
Azadiractina: viene estratta dai semi dell’albero di Neem. Agisce per ingestione e contatto e anche se non è conosciuta la proteina target su cui agisce, va ad interferire sullo sviluppo post-embrionale. Possiede anche un’azione fagorepellente. Possiede anche capacità translaminari. La sostanza attiva è impiegabile anche in agricoltura biologica.
Piretrine: la famiglia è sempre 3A, ma la loro origine è naturale. Per questo vi sono diversi prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica.
Sali potassici degli acidi grassi: agiscono per contatto sciogliendo le cere presenti nella cuticola degli insetti, quindi sono attivi su insetti a corpo molle, ma anche su acari. Non possiedono attività residuale e vengono rapidamente degradati. Impiegabili in agricoltura biologica.
Olio essenziale di arancio dolce: appartiene al gruppo dei terpeni, agisce per contatto e presenta proprietà lipolitiche, attaccando le pareti dei fungi e le cuticole di insetti con esoscheletro molle. Per via della sua volatilità ha una ridotta durata d’azione. Il rischio di resistenza non è conosciuto, anche se si presuppone basso.