Scopriamo insieme le ultime novità e strategie innovative per contrastare la Flavescenza Dorata, un avversario temibile per le viti.
Il 25 e 26 gennaio si sono svolti a Verona due giorni intensi, dedicati allo studio ed allo scambio di conoscenze della Flavescenza dorata, di seguito riportiamo un sunto degli interventi dell’incontro tecnico italiano. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al video integrale della giornata.
La Prospettiva Accademica – Prof.ssa Assunta Bertaccini
La professoressa Assunta Bertaccini riassume le caratteristiche della problematica che prevede tre attori: vite, insetto e fitoplasma.
Nella famiglia i fitoplasma identificati sono nel complesso 56. Il fitoplasma della Flavescenza dorata è presente in Europa dal 1920 ed è stata studiata il modo diffuso dagli anni ’50.
La problematica si ripresenta in maniera più virulenta in ondate successive.
La flavescenza dorata si suddivide in due principali ceppi presenti in diverse aree europee: Area est per FD – C e Ovest FD-D. In Italia sono presenti entrambi i ceppi. Al momento sembra che il ceppo FD -D stia originando un nuovo ceppo: non è dato ancora a sapere se più o meno virulento.
Era, inoltre, riconosciuto che FD – C avesse ospiti e vettori differenziati, mentre la FD – D fosse obbligata. Le recenti acquisizioni indicano un ampliamento delle piante ospiti di questo ceppo.
La professoressa riporta alcune esperienze di contrasto con l’acqua attivata al plasma: la terapia ha determinato la riduzione del numero di fitoplasmi nelle piante malate e una remissione dei sintomi con un ritorno alla produzione. (Plasma activated water triggers plant defence responses).
La potenzialità dei microbiomi: nelle viti infettate è stata rilevata la presenza di una minore variabilità batterica.
Strategie di Lotta Alternativa – Prof. Mazzoni
Il Professore Mazzoni porta la sua esperienza nelle tecniche di lotta alternativa.
La biotremologia è la disciplina che studia le interazioni tra organismi mediante segnali vibrazionali. La comunicazione negli insetti può avvenire anche per vibrazioni, soprattutto nel riconoscimento nella fase di accoppiamento.
Gli studi hanno verificato la presenza di segnali di disturbo, che impediscono l’avvicinamento tra maschio e femmina, nella norma emessi da maschi competitori.
Pertanto l’inserimento del segnale di disturbo nel vigneto può impedire l’accoppiamento e l’ovideposizione e quindi la proliferazione degli insetti negli appezzamenti.
La sperimentazione effettuata in vigneto ha previsto l’utilizzo di emettitori di disturbo: questi hanno dimostrato una buona efficacia fino a 5 metri. La fase sperimentale è passata alla prova di campo con dei prototipi.
La seconda proposta è quella di inserire delle trappole elettroniche per il monitoraggio remoto degli insetti.
Dimensione del Mercato Vivaistico Europeo – Dott. Claudio Colla
Il Dott. Claudio Colla in qualità di Presidente dei Moltiplicatori Italiani Viticoli Associati (M.I.V.A) dell’Associazione vivaistica riporta la dimensione del mercato europeo di materiale vivaistica.
Nazioni | Campi di piante madri ha | Innesti |
Italia | 2475 | 214.000.000 |
Francia | 1650 | 220.000.000 |
Spagna | 543 | 91.000.000 |
La produzione annua è di circa 400 M di Barbatelle.
In caso di presenza di piante malate già dal primo anno è necessario proporre subito la problematica al vivaista, richiamando la tracciabilità presente sul passaporto.
La presenza di piante infette sui campi madri è monitorata costantemente dal servizio fitosanitario e, in caso di presenza, richiede il blocco del prelievo del materiale per due anni.
Il dott. Colla propone anche la lettura delle “Linee guida per i viticoltura nel contrasto della flavescenza dorata sul territorio nazionale” emesse del servizio fitosanitario nazionale (Documenti tecnici ufficiali n. 50)
Richiama inoltre il protocollo EPPO prevede il termotrattamento con acqua calda ( 50 °C per 45 minuti) determina il risanamento da FD e la riduzione di altri patogeni.
Questo trattamento comporta una perdita di produzione, soprattutto quando la lignificazione non è adeguata. È riportata anche una riduzione della diesa immunitaria del materiale oltre che un ritardo nel germogliamento.
Questo trattamento è obbligatorio per i barbatellai in cui sono identificate piante malate di FD.
L’assenza di FD nelle regioni meridionali può essere sfruttata per fare campi di piante madri e barbatellai in aree esenti da FD.
Strategie Regionali e Sperimentazioni per la lotta alla Flavescenza Dorata
Il Dott. Pier Paolo Bortolotti riporta l’esperienza del Consorzio Fitosanitario di Modena in 20 anni di monitoraggio sul territorio. La statistica ha evidenziato un progressivo aumento della presenza di Scafoideo, con una controtendenza nel 2023, con particolare riferimento alle aziende biologiche,
La presenza di Flavescenza è in fase espansiva rispetto al LN, con una presenza su 50 vigneti monitoraggio pari al 18 %.
Nelle risposte al pubblico riporta una certa difficoltà delle molecole attuali, rispetto al gruppo degli esteri fosforici o al thiametoxam, nel controllo degli insetti.
Il periodo di presenza dell’insetto va da fine maggio a metà settembre: al momento non è hanno verificata la presenza dell’insetto a settembre e pertanto sconsiglia trattamenti post vendemmia.
Il Dott. Pasquale Mazio del Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia evidenzia un picco di FD nei vigneti. Le analisi indicano un rapporto FD/LD 66/34 %.
Nei vigneti esaminati si evidenzia una maggior presenza di Scafoideo nei vigneti bio rispetto alla produzione integrata, con una controtendenza nel numero di piante malate, probabilmente determinata da una minore attenzione dei produttori nell’estirpazione.
Il Dott. Stefano Rizzo del Consorzio Tutela del Vini Trentino riporta il monitoraggio su 20.000 ha con l’identificazione di 250.000 viti sintomatiche. La diffusa presenza sul territorio ha consentito di trasferire ai produttori la consapevolezza della problematica.
Il Dott. Sergio Carraro, dell’Unità Operativa Fitosanitario Regione Veneto riporta la presenza di Giallumi su buona parte del territorio con un rapporto 70/30 tra FD e LN. La ricerca sta effettuando un censimento su 3137 particelle, 176 comuni, 2.792.208 piante ispezionate e 42 varietà per complessivi 900 ha (0,9 %R dello schedario).
Il progetto relativo alla presenza di Scafoideo e FD nel Consorzio Prosecco DOC, presentato dal professor Duso, ha effettuato il rilievo in 3 aree di 1 km quadrato, con la verifica della presenza dell’insetto e la presenza di piante malate o capitozzate.
I rilievi del 2023 hanno riportato la presenza di giovani a partire dal primo giugno e la presenza di adulti nel periodo del 20 luglio. Di fatto i giovani sono stati controllati dai trattamenti ma si è rilevato un rientro nell’area degli adulti.
Il Dott. Pedrelli riporta l’esperienza di monitoraggio di Scafoideo e FD in regione Toscana. Nell’anno 2023 è stata evidenziata una forte recrudescenza della malattia, associata alla contemporanea presenza dei vari vettori riconosciuti o potenziali.
Nella regione stanno effettuando anche l’analisi precoce delle viti con analisi iperspettrali, con buona capacità di distinzione.
Il Dott. Gabriele Posenato del centro studi Agrea propone la situazione di Soave. Ricordando le esperienze passate evidenzia che la costanza di trattamento è la base di una buona profilassi. In secondo luogo è necessaria una notevole capillarità dell’informazione, poiché l’assenza di un trattamento può portare alla presenza di 2/3 forma mobile per pollone. In ultimo evidenzia una nuova capacità degli acari utili di resistere ai piretroidi, soprattutto in seguito alla ripetizione negli anni trattamenti. Il dott. Posenato suggerisce di colpire lo scafoideo soprattutto sui polloni, poiché spesso si posiziona in quell’area. Consiglia anche di adeguare i volumi di acqua alle nuove molecole e di non trattare in immediata spollonatura o dopo le piogge.
Il dottor Alberto Gelmetti, riporta che in Trentino è stato necessario effettuare un solo trattamento fino al 2007 per passare a 3 trattamenti nel 2020.
La riduzione delle sostanze attive disponibili (cloripirifos, thiametoxam buprofezin) rispetto alle presenti (acetamiprid, Taufluvalinate, etofenprox flupyradifurone).
La strategia si è dovuta adattare alla scarsa efficacia dei nuovi prodotti anticipando il primo intervento, ma non riuscendo a coprire tutto il volo. I trattamenti post vendemmiali non hanno particolare capacità di intercettare la popolazione.
Con la nuova strategia (2/3 trattamenti) vi è stata una riduzione del 90 % delle catture.
Nicola Dai Pré di Gowan Italia, riporta l’esperienza dell’azienda nell’aumentare l’efficacia del trattamento mediante il bagnante Mago, tensioattivo – adesivante, antischiuma e antideriva. Il prodotto garantisce una maggiore copertura e un’asciugatura più veloce. La prova con piretro naturale (18,6 g/l) ha aumentato l’efficacia al 100 % contro un’efficacia all’80 % senza bagnante. In campo l’efficacia è passata dal 75 % all’84 % con l’uso del prodotto. La dose per ettaro è 1,5 lt/ha.
Il dott. Alessandro Guargnone di Sipcam Italia espone le caratteristiche di Etofenprox (Trebon up): il meccanismo di azione per contatto e ingestione agisce in modo significativo in 3 giorni rispetto al testimone uguagliando la capacità di altre sostanze attive.
Il dott. Giovanni Piubello di Diachem presenta Meteor (deltametrina 15,7 g/l) a diverse dosi: 0,5/0,8/2,4 lt/ha. L’utilizzo nella fase di sviluppo L2/L3 dell’insetto è risultato efficace a tutte le dosi.
Il dott. Francesco Pavan dell’università di Udine, segnala che lo scafoideo si trova preferibilmente sulla pagina inferiore delle foglie basali. La residualità dei prodotti disponibili è sostanzialmente ridotta e ciò richiede di colpire il target.
L’utilizzo dell’atomizzatore a recuperò con flupyradifurone è risultato meno efficace, sembra per il fatto di aver coperto meno la superficie inferiore della foglia.
Il volume da 1000 litri è stato più efficace dei volumi di 300/400 litri: tra quest’ultimi non si sono significative differenze.
In seguito a domanda risponde che l’uso degli oli al bruno non ha efficacia.
Il Dott. Alessandro Canel porta l’esperienza nell’area di Conegliano Valdobbiadene, evidenziando i fattori che aumentano il rischio FD: estirpazione immediata delle piante malate, forte rotazione di personale poco formato, scarsa omogeneità di copertura del trattamento.
Nel vigneto bio il controllo è stato effettuato anche con un solo intervento nei confronti delle forme giovanili.
La dottoressa Paola Gotta, coordinatrice del gruppo di lavoro tecnico scientifico nazionale flavescenza dorata, riporta la presenza di FD in quasi tutte le regioni Italiane, con un’incidenza tra 1 ed il 13/15 % anche in relazione alla sensibilità dei vitigni coltivati.
In molte regioni è indicato l’intervento dei servizi fitosanitari su vigneti coltivati con molte piante malate o su vigneti abbandonati. Non sono disponibili dati per la regione Lombardia. Al momento molte regioni hanno definito 2 trattamenti in integrato e 3 nel bio. In Piemonte, in relazione all’inefficacia delle molecole ammesse in bio è obbligatorio intervenire con piretro.
In seguito all’emergenza e al Regolamento 2022/1630 della Commissione è stato emesso l’aggiornamento del decreto di lotta obbligatoria che prevede, per chi non interviene, il blocco del fascicolo e dell’erogazione dei contributi.
La Dott.ssa Rocchina Tiso di Regione Emilia-Romagna propone un modello previsionale di Scafoideo a supporto della difesa (scaph-s). Il modello si propone di valutare la presenza di scafoideo sulla base di un modello che utilizza la temperatura media giornaliera, per ovviare a lunghe e costose valutazioni di campo.
Il dott. Fabio Mantovani dell’Università di Ferrara propone un sistema airborne per l’allerta precoce: obiettivo indentificare la presenza di FD con immagini georeferenziate ad alta risoluzione riprese da aereo. Il rilievo è relativamente complesso, ma l’elaborazione del dato è richiede molto tempo e potenza di calcolo notevole.
Per approfondire l’argomento, leggi i nostri articoli dedicati ai giallumi della vite e alla flavescenza dorata: