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SINTESI DELL’ANDAMENTO AGRO-METEOROLOGICO DELL’ANNATA 2024

Dopo la grande siccità del 2022 e le grandinate distruttive del 2023, anche l’annata 2024 si farà ricordare per diversi eccessi che l’hanno contraddistinta.

Innanzitutto l’inverno 2023-2024 è stato uno dei più caldi di sempre (per l’osservatorio di Torino, attivo dal 1753, è risultato il più caldo dell’intera serie).

Il trend generale degli ultimi anni è stato quello dell’innalzamento delle temperature invernali con notevoli ritorni di freddo nel mese di aprile: negli ultimi tre anni si sono registrate temperature inferiori alla media.

Anche quest’anno, come in altre 5 occasioni negli ultimi 8 anni (2017, 2020, 2021, 2023, 2024), le minime si sono avvicinate molto allo zero (il giorno 16 aprile), fortunatamente senza causare particolari danni, salvo in situazioni specifiche e circoscritte (avvallamenti, zone basse, rimesse).

L’altra grande anomalia di quest’anno è stata la piovosità, che spesso è stata molto elevata. In particolare le Prealpi Orobie hanno inanellato una serie di giornate over 100 mm che, verosimilmente, non ha precedenti, ma anche il resto del territorio non è stato da meno.

Purtroppo, i mesi più estremi sono stati anche quelli in cui l’acqua sarebbe stata meno necessaria, ovvero:

  • Maggio ha avuto cumulate mensili attorno a 400-430 mm sulla collina bergamasca e di 200-250 mm nel Bresciano;
  • Giugno cumulate di 250-300 mm in Franciacorta e circa 200 nel resto del territorio di interesse;
  • Settembre attorno ai 350-400 mm sulla collina Bergamasca e 150 mm nel Bresciano (con picchi sui 200 mm);
  • Ottobre attualmente siamo attorno ai 250-300 mm sulla collina Bergamasca e 200-250 mm nel Bresciano.

Di seguito sono riassunti i peggioramenti capaci di portare più di 50 mm sul territorio d’interesse:

  • 9/11 febbraio: >70 mm collina Bergamasca e >50 mm pedemontana Bresciana
  • 22/23 febbraio: >70 mm collina Bergamasca, >40 mm pedemontana Bresciana
  • 26/28 febbraio: >90 mm Valtènesi-Lugana, >60 mm collina Bergamasca e pedemontana Bresciana
  • 9/10 marzo: >50 mm Valtènesi
  • 28 marzo/1 aprile: >55 mm collina bergamasca
  • 9/10 aprile: >60 mm pedemontana Bresciana
  • 14/16 maggio: >130 mm collina Bergamasca, >70 mm pedemontana Bresciana (segnaliamo l’incredibile accumulo dal Cremonese-Lodigiano, passando per il Milanese, fino a Lecchese-Comasco e Varesotto con picchi di 200-250 mm nei 3 giorni)
  • 20/22 maggio: oltre 60 mm collina Bergamasca (picchi da 110 mm ovest Bg), oltre 50 mm Lugana
  • 23/25 maggio: oltre 50 mm collina ovest Bergamasca
  • 30/31 maggio: oltre 70 mm collina ovest Bergamasca, over 60 mm collina est Bergamasca e pedemontana Bresciana
  • 9/13 giugno: più di 100 mm in Franciacorta (picchi di 150-180 mm sulla fascia collinare dal lago d’Iseo a Gussago), >90 mm collina Bergamasca (picchi di 160 mm in collina est);
  • 23/24 giugno: ben più di 80 mm in Valtènesi (picchi di 120-130 mm), circa 60 mm collina est Bergamasca e ovest Franciacorta (picchi di 80-90 mm) e >60 mm in Lugana (picchi di 80-100 mm)
  • 7/8 luglio: >50 mm estrema collina ovest Bergamasca
  • 26 agosto: fortissima grandinata con epicentro Coccaglio-Rovato-Erbusco. Oltre 50 mm in Franciacorta (probabili accumuli anche di molto superiori nelle zone più grandinate).
  • 4/5 settembre: al di sopra di 100 mm collina ovest Bergamasca, >80 mm collina est Bergamasca, >70 mm Lugana, Valtènesi e fino alla zona di Botticino. Accumuli incredibili nel Milanese, parte del Lodigiano e Comasco, over 100 mm, con picchi over 150-200 mm
  • 8/9 settembre: oltre 100 mm collina Bergamasca (picchi over 120 mm), >50 mm Lugana, Valtènesi e fino alla zona di Botticino. Accumuli esagerati nel Lecchese, >100 mm, con picchi over 150 mm
  • 11/12 settembre: oltre 70 mm collina ovest Bergamasca (picchi over 90 mm) e più di 50 mm collina est Bergamasca
  • 23/24 settembre: >70 mm collina ovest Bergamasca (picchi over 100 mm) e oltre 50 mm collina est Bergamasca
  • 2/4 ottobre: >80 mm Franciacorta e collina Bresciana fino a Botticino, >70 mm collina Bergamasca
  • 7/10 ottobre: over 120 mm collina ovest Bergamasca, over 110 mm collina est Bergamasca, over 65 mm Franciacorta, over 50 mm Valtènesi e zona di Botticino
  • 16/19 ottobre: oltre 110 mm Valtènesi e Lugana, oltre 100 mm zona di Botticino, oltre 60 mm collina Bergamasca e Franciacorta

Riepilogando, le cumulate annuali sono attorno ai 1200-1450 mm sulla pedemontana Bresciana e tra i 1800-2000 mm sulla collina Bergamasca. Le Orobie vanno dai 2300 ai 3000 e oltre mm, vale a dire 2,3-3 e oltre metri cubi di acqua per ogni metro quadro di suolo.

Nonostante questi grandi accumuli, la pioggia, salvo rare eccezioni, è quasi completamente mancata dal 3 luglio al 3 settembre, praticamente quando sarebbe servita. In diverse situazioni, già a partire dal 20-25 luglio, si sono osservati sintomi di stress idrico, accentuati anche dalle altissime temperature che, a partire dal 10 del mese hanno costantemente oscillato attorno ai 34°-35°, senza alcuna tregua, fino al 17 agosto. Dopo solo due giorni di pausa, dal 20 agosto le temperature si sono riportate incessantemente sopra i 34°-35° fino al 3 settembre. I picchi massimi non sono andati oltre i 37°-38°, ma la costanza è stata quasi estenuante. Luglio è chiuso a circa +2° sopra la media e agosto a circa +2,5°.

In seguito, dal 4 settembre, l’estate si è bruscamente interrotta e, di fatto, non si è più ripresa, proponendo un settembre con temperature fresche. Il mese è chiuso in media termica, in totale discordanza con i mesi di settembre degli anni recenti i quali risultavano un prolungamento del mese di agosto con clima tipicamente estivo. Non solo settembre, negli ultimi anni anche fino a circa metà ottobre proseguiva un tempo quasi estivo con temperature sovente attorno o oltre i 30°.

Per risalire agli ultimi 30° di questo 2024 occorre risalire proprio al 4 di settembre, con rare eccezioni in cui questa temperatura si è raggiunta il 7 e il 10 del mese (zona lago di Garda).

Questo mese di ottobre è iniziato con una prima decade decisamente fredda (-1,5° rispetto alla media), per poi risultare circa +2° nella seconda decade.

È curioso segnalare che, dopo aprile, anche i mesi di maggio e giugno sono conclusi con temperature leggermente sotto la media, fatto probabilmente favorito da cieli sovente nuvolosi e numerose giornate di pioggia.

Questo andamento climatico ha avuto forti ripercussioni sulla difesa fitosanitaria da peronospora, in particolare nel periodo più delicato per la vite da metà maggio a fine giugno, quando, con cadenza quasi settimanale, si sono registrati eventi superiori a 50 mm. I consecutivi dilavamenti hanno richiesto innumerevoli interventi per il ripristino della copertura, complicati dalla praticabilità dei terreni.

L’oidio, invece, non ha avuto la pressione di altre annate, come ad esempio il 2023.

Da fine luglio e per buona parte del mese di agosto circa, in particolar modo in Lugana e nella zona di Capriano del Colle, si sono registrate importanti infestazioni di tignoletta, anche in areali coperti dalla confusione sessuale, che hanno reso necessari anche 2 interventi specifici per il suo controllo.

Verosimilmente la confusione sessuale non ha funzionato per il continuo dilavamento della “nube di feromone” rilasciata dai diffusori ad opera della pioggia, nelle fasi critiche per l’incontro degli adulti.

Vendemmia 2024: Resa Bassa per le Uve Precoci, Qualità Alta per le Tardive

Riguardo alla vendemmia si sono registrate rese medio-basse nei vigneti non irrigui e nelle aree soggette a forti grandinate nel 2023, mentre sono state buone nei vigneti irrigui. In generale si è registrato un ritardo della maturazione di circa una settimana rispetto all’annata precedente, pressoché per tutti i vitigni.

Le uve presentavano bucce dure e molto resistenti e nonostante i ripetuti peggioramenti del mese di settembre sono rimaste tendenzialmente sane fine ai primi di ottobre, con una ridotta presenza di botrite e una pressoché totale assenza di marciume acido o acetico. Questo fenomeno potrebbe essere correlato alle temperature fresche del mese di settembre, che non hanno favorito la presenza di insetti, quali drosofila, e di batteri.

Questo è rimasto valido fino all’inizio di ottobre, quando l’uva non ha retto oltre al peggioramento del 2/4 del mese e si è reso necessario intervenire tempestivamente per raccogliere anche le varietà che, per raggiungere il grado ottimale di maturazione, avrebbero dovuto essere vendemmiate in seguito.