Il controllo delle infestanti lungo i filari dei vigneti è diventato più complicato rispetto al passato a causa dell’utilizzo ripetuto della stessa sostanza attiva erbicida, che ha selezionato flora resistente e al cambiamento climatico, che ha modificato la composizione floristica.
Nel caso di malerbe difficili da contenere è quindi possibile fare ricorso ad interventi mirati da eseguirsi nel periodo autunnale (ottobre-inizio novembre), seguiti da un intervento alla ripresa vegetativa.
Intervenendo in autunno con un prodotto ad azione sistemica e completando con un secondo intervento a fine inverno/inizio primavera si è, infatti, osservata una maggior efficacia del diserbo, con conseguente maggior devitalizzazione delle infestanti.
Le condizioni climatiche del periodo autunnale sono senz’altro coinvolte nel favorire una miglior efficacia delle sostanze attive erbicide, poiché i tassi di crescita divengono molto più lenti e le attività metaboliche meno operose e ciò permette agli erbicidi di avere un’azione più intensa e prolungata. Inoltre, i flussi linfatici sono discendenti e favoriscono la traslocazione delle sostanze attive nelle radici, con la conseguente inattivazione.
In fase autunnale la sostanza erbicida con attività sistemica più impiegata è il glifosate, il quale possiede attività totale sia su dicotiledoni che graminacee.
I dosaggi devono essere adeguati alla tipologia di infestante, utilizzando quelli più alti nel caso di infestanti perennanti. In caso di infestanti sensibili si possono, invece, usare dosi anche molto basse (1 lt/ha sulla fila) con notevole riduzione della quantità di sostanza utilizzata: in questo caso l’azione è molto più lenta, ma comunque efficace.
È bene ricordare che vi sono diverse limitazioni di impiego per gli erbicidi, che la gestione delle infestanti deve essere obbligatoriamente di tipo integrato (dal 01/01/2014) e che chi aderisce a misure agroambientali è tenuto a seguire un livello più avanzato di difesa integrata, facendo riferimento ai disciplinari di produzione integrata.
Ad esempio, il disciplinare di Regione Lombardia 2022 non ammette interventi chimici nelle interfile e il diserbo deve essere localizzato solo in bande, lungo la fila. La larghezza della banda non deve superare il 30% della larghezza della superficie per il glifosate e per i prodotti residuali oxifluorfen, pendimetalin, diflufenican, propizamide. Per tutte le altre sostanze attive, di seguito elencate, la superficie massima diserbabile non può superare il 50% (salvo indicazioni più restrittive in etichetta).
Il limite massimo di 9 litri/ettaro anno di glifosate da disciplinare, in forma localizzata sul 30% della superficie, si trasforma pertanto nell’impiego di 2,7 l/ha anno e in 1,8 l/ha anno qualora su vigneti in produzione si impieghino anche dei residuali.
In aggiunta, il PAR della Regione Lombardia ammette annualmente l’utilizzo di glifosate al massimo sul 50% della SAU aziendale su tutto il territorio regionale e in fase di distribuzione è obbligatoria una riduzione della deriva del 30% (salvo ulteriori prescrizioni indicate in etichetta).
In un approccio di tipo integrato rimarchiamo che sono fondamentali anche le lavorazioni meccaniche del sottofila, soprattutto quando si sono instaurate infestanti resistenti come la Conyza. Generalmente nel periodo autunnale si interviene con rincalzature, cui seguono scalzature nel periodo primaverile.
Di seguito riportiamo le possibilità di diserbo previste dal Disciplinare di Regione Lombardia, anno 2022:
Impianto: Allevamento e produzione – Attività: Fogliare (Post-emergenza)
Impianto: Allevamento e produzione – Attività: Residuale (Pre-emergenza)